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La mia storia 

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Il mio interesse verso la salute della persona nasce da uno spiccato senso critico verso la medicina allopatica la quale tende a vedere la patologia, prima ancora dell’individuo che soffre di tale patologia.

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Come diceva un antico aforismo ayurvedico: "Non importa che tipo di malattia ha quell'uomo, ma che tipo di uomo ha quella malattia".

La medicina tradizionale è volta sempre più al piccolo, al microscopico, al cellulare perdendo di vista la globalità che viene rappresentata dalla persona, dal suo stile di vita, dall’ambiente in cui vive, dal tipo di relazioni sociali che intraprende e dalla consapevolezza di sè.

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Le condizioni sociali e gli stili di vita sono molto diversi da quelli dei nostri genitori e ancor di più da quelli dei nostri nonni. Siamo passati da un mondo prevalentemente rurale ad  un mondo industrializzato e differenti sono ritmi di vita, abitudini nutrizionali che condizionano fortemente postura, sistema immunitario e sistema nervoso autonomo.

 

Lavorando in questi ultimi anni mi sono resa conto di quanto tutti noi siamo, in diversa misura, dissociati dal nostro corpo. Presi dagli impegni quotidiani, travolti da un mondo che va sempre più veloce, siamo proiettati quasi sempre verso l’esterno e perdiamo il vero contatto con noi stessi.

 

Abbiamo sempre meno tempo per prenderci cura di noi, della nostra mente, delle nostre emozioni e del nostro corpo. E, nel tempo libero che riusciamo a ritagliarci a fine giornata, siamo ancora una volta allontanati da noi stessi da mille distrazioni (l’ultima serie uscita su Netflix, il programma televisivo che ci fa così ridere, la chat di gruppo su Whatsapp).

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In questo quadro generale, anche la malattia viene vista come qualcosa di esterno a noi che deve essere eliminata nel modo più veloce possibile. 

Sedare il dolore è effettivamente più comodo e repentino che trovare la vera causa di quel mal di schiena, di quel fastidioso mal di testa o della gastrite che non ci dà tregua.

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Il mio obiettivo, al termine di ogni trattamento, è quello di aiutare il corpo a ripristinare la funzionalità persa con anni di inattività, con posizioni sedute mantenute, o a causa di traumi esterni e non. 

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Credo inoltre essenziale, perché ognuno mantenga il proprio stato di benessere psicofisico, sensibilizzare il paziente a prendersi carico ATTIVAMENTE della propria salute tramite la percezione del proprio corpo, il movimento e una corretta respirazione.

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“Ciò da cui dipende la forma corporea è il respiro (chi) e ciò su cui conta il respiro è la forma. Quando la respirazione è perfetta, anche la forma fisica è perfetta” 

 

Adagio cinese del 700 d.c.

Chi sono

Sono fermamente convinta che per un terapeuta sia essenziale la cura di sè, ancor prima di quella del paziente. Per poter trattare una persona è necessario trovarsi nella migliore condizione psicofisica possibile. 

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Nel tempo libero, il mio interesse verso l'autosufficienza alimentare, idrica ed energetica si traduce nello studio della Permacultura  e nell'applicazione della stessa nel mio orto e nel mio giardino.  

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Amo il contatto con la natura e con la terra: lo reputo il più efficace delle terapie.

Amo lunghe passeggiate nei boschi in silenzio.

Amo leggere e cucinare.

Amo viaggiare e imparare qualsiasi cosa ancora non conosca. Cambiare una vecchia idea con una nuova, se quella vecchia non mi si addice più.

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Da circa dieci anni mi sto occupando dello studio e della pratica yogica sia fisica che, per quanto mi sia possibile, spirituale e attitudinale. Pratico quotidianamente meditazione e tecniche respiratorie (nadi shodhana, Tummo, respirazione yogica).

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